1. Homepage
  2. News
  3. Formazione
  4. Fondi interprofessionali per la formazione continua: cosa sono e come funzionano

Fondi interprofessionali per la formazione continua: cosa sono e come funzionano

Investire nella formazione rappresenta una delle azioni che le organizzazioni mettono in atto per aumentare il valore del proprio capitale umano, accrescere le conoscenze e competenze dei propri lavoratori e aumentare le possibilità di posizionamento nel mercato. 

Per diffondere una cultura della sicurezza in grado di costruire imprese più consapevoli e attente al benessere delle proprie risorse la formazione svolge un ruolo determinante nell'attuazione dei comportamenti corretti e atteggiamenti proattivi per la propria e altrui sicurezza. 
La formazione continua ha un impatto immediato nelle aziende e costituisce un importante tassello all'interno di un processo nel modello organizzativo aziendale

Cosa sono i Fondi Interprofessionali

I Fondi Paritetici Interprofessionali nazionali per la formazione continua sono organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni di rappresentanza delle Parti Sociali attraverso specifici Accordi Interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori I maggiormente rappresentative sul piano nazionale.
Il Decreto Legislativo n.150/2015 riconosce l’importanza e il valore di tali organismi, inserendoli all’interno della Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro.

Gli stessi possono essere istituiti per ciascuno dei settori economici dell'industria, dell'agricoltura, del terziario e dell'artigianato, prevedendo anche la possibilità di istituzione anche per settori diversi,.prevedendo anche al possibilità di costituire al loro interno a un'apposita sezione per la formazione dei dirigenti (es.: Fondimpresa - Fondirigenti).

I datori di lavoro hanno quindi la possibilità trasferire il contributo versato all'INPS ad uno dei Fondi Paritetici Interprofessionali, che provvederà a iniziare le attività formative per i lavoratori delle imprese aderenti. Si realizza cosi quanto previsto dalla Legge 388 del 2000, che consente alle imprese di destinare la quota dello 0,30 % dei contributi versati all'INPS (il cosiddetto "contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria") alla formazione dei propri dipendenti.

I Fondi Paritetici Interprofessionali finanziamo piani formativi aziendali, settoriali e territoriali, che le imprese in forma singola o associata decidano di realizzare per i propri dipendenti. Oltre a finanziare, in tutto o in parte, i piani formativi aziendali, settoriali e territoriali, con le modifiche introdotte dall'art. 48 della legge 289/02, i Fondi Interprofessionali possono finanziare anche piani formativi individuali, nonché ulteriori attività propedeutiche o comunque connesse alle iniziative formative.

Come funziona l'adesione ai Fondi Interprofessionali

L'impresa aderisce ai Fondi Interprofessionali in modo volontario secondo criteri e modalità definiti dalla Circolare dell'INPS n. 71 del 2 aprile 2003 modificati dalla Circolare n. 107 dell'1 ottobre 2009.

Nel caso in cui l'impresa decida di aderire ad un Fondo Interprofessionale il datore di lavoro dovrà utilizzare il flusso UNIEMENS (ex modello di denuncia contributiva DM10/2).

I datori di lavoro interessati, dovranno indicare, in una delle righe n bianco dei quadri "B" e "C" del modulo, il Fondo al quale intendono aderire. L'indicazione dovrà essere preceduta dalla dicitura "adesione Fondo" e dal codice relativo al Fondo prescelto; nell'apposita casella dovrà altresì, essere indicato in numero dei dipendenti per cui l'impresa versa il contributo integrativo di cui all'art. 25 comma 4 della legge 845/78.

L'adesione comporta l'iscrizione della Fondazione al Fondo in maniera telematica e richiede l'individuazione di un "Responsabile aziendale" che sarà autorizzato dalla Fondazione a rappresentarla nell'ambito del sistema.

L'adesione è revocabile: ha validità annuale e si intende tacitamente prorogata, salvo disdetta.

La partecipazione delle parti sociali

Per quanto riguarda il tema relativo alle parti sociali, il problema si verifica qualora l’azienda intenda richiedere l’approvazione del Piano avvalendosi di una rappresentanza territoriale.
In questo caso il Piano Formativo deve essere convalidato dalle sigle sindacali che ne verificano l'attuazione e le reali necessità.
Se presenti, l'azienda si può avvalere di rappresentanze interne, figure maggiormente coinvolte e sensibili alle problematiche aziendali, per ottenere il consenso per i Piano (in questo caso è sufficiente la firma delle sole sigle rappresentate dalle RSU/RSA, contro l’obbligo delle firme relative alle tre sigle per le rappresentanze territoriali).
Diversamente avviene per quei Fondi (ad esempio Fon.AR.Com o Fonditalia) in cui sono direttamente le Parti Sociali costituenti il Fondo a concedere la loro approvazione, indipendentemente dalla tipologia di percorso formativo presentato, e per i quali non esiste nessun ostacolo ad accordare l’autorizzazione ad iniziative obbligatorie. 

Cosa offrono i Fondi Interprofessionali

I fondi interprofessionali quindi sostengono la gran parte delle azioni di formazione continua. Attraverso i fondi si possono finanziare 4 tipi diversi di piani formativi:

  • piani territoriali, che prevedono azioni di formazione che coinvolgono imprese di settori produttivi diversi che operano sullo stesso territorio;
  • piani settoriali, rivolti a più imprese dello stesso settore;
  • piani aziendali, dedicati ai lavoratori delle singole azienda;
  • piani individuali, ovvero dei percorsi formativi volti alla riqualificazione delle competenze di uno o più lavoratori.



La novità principale disposta dalla norma riguarda la mobilità tra Fondi ovvero la possibilità per l'azienda di trasferire ad un nuovo Fondo il 70% del totale delle somme confluite nel triennio antecedente al Fondo in precedenza scelto, a netto dell'ammontare di quanto eventualmente già utilizzato per il finanziamento dei propri piani formativi.

L'esercizio della flessibilità è sottoposto, comunque, alle seguenti limitazioni:

  • il trasferimento delle risorse non può riguardare le aziende che, in ciascuno dei tre anni precedenti, rispondono alla definizione comunitaria di micro e piccole imprese di cui alla raccomandazione dell'Unione Europea n. 2003/361/CE;
  • l'importo da trasferire deve essere almeno pari a 3.600 euro; le quote oggetto di trasferimento non possono essere riferite a periodi antecedenti al 1 gennaio 2009.

La mobilità tra Fondi è, inoltre, subordinata al rispetto delle eventuali condizioni previste da regolamenti interni dei singoli Fondi ma, in ogni caso, rimane garantita la possibilità di modificare la scelta precedentemente effettuata a prescindere dai limiti fissati per l'operatività del trasferimento.

Per i datori di lavoro che non aderiscono ai Fondi Paritetici Interprofessionali resta ferme l'obbligo di versare all'lNPS il contributo integrative secondo le consuete modalità.

Nell'ambito della loro programmazione annuale, i Fondi Paritetici Interprofessionali definiscono criteri e modalità per la raccolta, la valutazione e il finanziamento delle preposte formative provenienti dalle imprese che aderiscono ai Fondi stessi.

Come scegliere il fondo interprofessionale a cui aderire

L'iscrizione al Fondo può essere legata al settore di appartenenza dell'azienda oppure al tipo di contratto applicato ai lavoratori. 

La scelta è determinata anche dalle modalità di erogazione dei finanziamenti. Esistono infatti tre tipologie di proposte:

  • gli avvisi pubblici a cui l’azienda deve rispondere presentando il proprio piano formativo entro il termine indicato nel bando. In questo caso la formazione viene finanziata se il progetto supera la valutazione della commissione.
  • il Conto Formazione Aziendale, ovvero un conto nel quale l’impresa può accantonare le somme versate. In questo caso l’azienda può disporre delle quote che ha versato quando e come meglio crede, rimanendo nei limiti di finanziamento stabiliti dal fondo a cui aderisce.
  • il Conto Formazione Aggregato che si ha quando diverse imprese decidono di cumulare i versamenti in un conto comune. La gestione delle risorse può essere affidata a una delle imprese oppure a un ente di formazione.

A questo punto la decisione dipende anche dalle dimensioni dell'organizzazione: le grandi aziende tendono a privilegiare i fondi che prevedono i conti aziendali perché è molto probabile che riescano a finanziare la formazione solo con i propri accantonamenti. Per le PMI invece è più facile lavorare con gli avvisi. 
La scelta dipende da diversi fattori ma in ogni caso deve tenere conto dei fabbisogni formativi dell’azienda.

Ricordiamo che la formazione dei lavoratori in materia di sicurezza è obbligatoria ai sensi degli articoli 36 e 37 del D.Lgs. 81/08 e ss.mm. e comporta pesanti sanzioni di tipo penale (arresto da due a quattro mesi o ammenda da euro 800 a euro 3.000) in capo al Datore di Lavoro.

Cosa possiamo fare per te

Ci occupiamo da anni di seguire i nostri clienti nelle domande di finanziamento. Il nostro servizio fornisce l'assistenza necessaria per le fasi di presentazione, gestione, monitoraggio e rendicontazione dei Piani Formativi
In base all'opportunità più adeguata alla situazione dell'azienda sarà sviluppato il progetto formativo e il team di QSA occuperà della stesura e presentazione del piano e della domanda di finanziamento.

QSA si occupa di seguire il progetto formativo in tutti i passaggi per la sua esecuzione oltre ad erogare direttamente i moduli formativi attraverso il suo vasto catalogo e occupandosi di tutta la parte burocratica e gestionale

Contattaci per avere un preventivo personalizzato in base alle esigenze della tua azienda.